“La campagna di questi giorni sulla pesca a impulsi elettrici sposta l’attenzione da ciò che verrà effettivamente votato, ossia il regolamento sulle misure tecniche. Un regolamento atteso da oltre dieci anni dai pescatori, che chiedono semplificazione e regionalizzazione delle scelte. Ad oggi le misure tecniche, che sono le norme che stabiliscono come e dove i pescatori possano pescare, sono contenute in oltre 30 diversi regolamenti e atti dell’Unione. Il peso di questa complessità, per non dire confusione, grava su chi è soggetto a quelle regole: i pescatori.” E’ l’opinione di Renata Briano, parlamentare europea del Pd.

“Non sono la paladina della pesca a impulsi elettrici - dichiara l’europarlamentare dem-. Il dibattito di questi giorni ha assunto un carattere che definirei ‘sentimentale’. Se la vediamo da questo punto di vista è facile dire cosa sia giusto e cosa sbagliato. Ma io non credo nell’ipocrisia e nella politica fatta di strumentalizzazioni. Credo invece sia nostro dovere prendere decisioni consapevoli. Alcuni di coloro che in questi giorni dichiarano battaglia a questo tipo di pesca non hanno fatto altrettanto rumore durante le riunioni in Commissione Pesca”.

Renata Briano precisa che il compromesso trovato in Commissione riguarda tutti gli attrezzi innovativi e prevede un periodo di sperimentazione di almeno quattro anni. Durante questo periodo il Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP) valuterà quali attrezzi siano sostenibili a livello ambientale.

“Sono perché le decisioni vengano prese con il supporto della scienza - aggiunge l’eurodeputata -. Ad oggi i pareri scientifici sono contrastanti. Sono contraria all’ampliamento della sperimentazione proposto dalla Commissione europea. In Plenaria, col sostegno di Patrizia Toia, capo della delegazione italiana dell’S&D, sosterrò che sia effettivamente mantenuto lo status quo, con tutte le attuali limitazioni. Ciò significa, ad esempio, che la pesca a impulsi elettrici possa essere praticata solo nel Mare del Nord, coinvolgendo al massimo il 5% della flotta. Il Mediterraneo e gli altri mari non verranno toccati”.

La pesca a impulsi elettrici coinvolge 87 delle circa 85 mila imbarcazioni europee, ossia lo 0,1%.

“Vanno prese seriamente in considerazione le questioni sollevate dalla ONG Bloom - conclude Briano - circa la presunta illegittimità delle deroghe concesse dalla Commissione europea nel 2006. È per questo che chiediamo alla Commissione delle risposte chiare”.