"Il rapporto dell'OCSE ci mette davanti alle grande sfide che, ancora oggi, rendono l'Italia un Paese poco inclusivo nei confronti delle donne. Primo tra tutti, il grande tema dei servizi di assistenza all'infanzia e di una più equa redistribuzione del carico di lavoro di cura all'interno della famiglia. L'unico aspetto nel quale il nostro Paese non solo non presenta dati negativi ma si conferma un modello è la presenza delle donne all'interno dei consigli di amministrazione delle società quotate: l'OCSE certifica che, in soli tre anni, la percentuale femminile è addirittura raddoppiata, dal 15% nel 2013 al 30% nel 2016. Un risultato che è stato possibile solo grazie a una forzatura legislativa, senza la quale avremmo dovuto attendere, probabilmente, decenni per poterci avvicinare a numeri così virtuosi. Penso a tutte le battaglie e agli ostacoli che io e Lella Golfo abbiamo dovuto superare, grazie soprattutto all'appoggio e al sostegno di tante donne e associazioni che hanno supportato la nostra proposta. Ne è valsa la pena. Da allora, non abbiamo mai smesso di lavorare per una reale parità di opportunità per le donne e per la loro inclusione nell'economia del nostro Paese e, purtroppo, come racconta lo stesso rapporto OCSE, il lavoro da fare è ancora tanto. Il dato sulle donne ai vertici delle società, però, dimostra che siamo in grado di realizzare conquiste importanti, di cui essere orgogliosi come italiani. Spero che l'esperienza positiva di tutta la fase di preparazione, approvazione e monitoraggio della legge Golfo-Mosca possa presto ripetersi anche sui tanti altri temi urgenti evidenziati dall'OCSE, che richiedono di essere affrontati a livello sistemico". Così, in una nota, Alessia Mosca, eurodeputata e co-firmataria della legge n. 120/2011 sulle quote di genere nei consigli di amministrazione.