
Dopo una lunga campagna, i S&D hanno ottenuto l’adozione di una tassazione minima effettiva nell’UE per le grandi multinazionali, che finalmente è stata adottata nel 2022. La nuova aliquota del 15% ridurrà la concorrenza fiscale tra i paesi e produrrà, secondo le stime, 48 miliardi di euro all’anno di gettito fiscale aggiuntivo per l’UE, per finanziare la transizione.
I S&D e gli alleati progressisti hanno messo a segno un contributo di solidarietà sui profitti delle società energetiche. Pur non essendo una nuova tassa, questo contributo da parte delle società energetiche fornirà un sostegno finanziario alle famiglie e mitigherà gli effetti dei prezzi elevati dell’elettricità al dettaglio.
La lotta ai paradisi fiscali: attraverso numerose risoluzioni, i S&D si sono adoperati in prima linea per spingere la riforma del meccanismo dell’UE all’interno del Parlamento, volta a valutare e produrre una lista dei paradisi fiscali.
Sotto la guida del Gruppo S&D, l’UE ha adottato una legge sulla rendicontazione pubblica paese per paese, che obbliga le grandi multinazionali a rivelare dove realizzano i loro profitti e dove pagano le tasse. Con il sostegno dei S&D, l’UE ha anche esteso la condivisione delle informazioni tra le amministrazioni fiscali, inserendo le piattaforme digitali e le cripto-attività.
I S&D hanno fatto pressione per creare la sottocommissione per le questioni fiscali, una commissione permanente di eurodeputati che lavora sulla riforma fiscale. Ad esempio, a seguito delle pressioni esercitate dalla sottocommissione, la Commissione ha proposto nuove regole per negare i benefici fiscali alle società di comodo nell’UE.
Con il sostegno dei S&D, l’UE ha finanziato la creazione dell’Osservatorio fiscale europeo, che conduce ricerche innovative in materia fiscale e promuove il dialogo tra la comunità scientifica, la società civile e i responsabili politici nell’UE e nel mondo.
Fin dall’inizio di questa legislatura, i S&D hanno sostenuto l’introduzione di una tassazione minima effettiva del 18% in tutta l’UE per fermare il trasferimento dei profitti verso paesi a regime fiscale basso. Altre priorità riguardano la lotta alle società di comodo che esistono solo sulla carta, progettate esclusivamente per abbassare l’onere fiscale, e l’introduzione di misure per garantire un’adeguata tassazione degli extraprofitti generati durante le crisi. Sono inoltre necessarie ulteriori misure per contrastare gli incentivi fiscali iniqui.
Serve un pacchetto fiscale progressista in grado di realizzare il Green New Deal e di far fronte alle crescenti disuguaglianze socio-economiche. Le norme fiscali attuali presentano troppe incongruenze. Ad esempio, non è giusto che le compagnie aeree non paghino le tasse sul cherosene, mentre i lavoratori devono pagare tasse extra per i loro spostamenti. Dobbiamo fare in modo che i grandi inquinatori, come il settore marittimo e quello dell’aviazione, contribuiscano per la giusta parte e dare alle opzioni di trasporto ecologico la spinta che meritano.
I vantaggi del mercato unico vanno, in modo sproporzionato, a profitto delle grandi imprese e ai ricchi, che possono sfruttare le differenze di legislazione fiscale nei paesi dell’UE e pagare le tasse dove la tassazione è più bassa. Secondo i trattati dell’UE, i ministri delle finanze devono concordare all’unanimità le politiche fiscali a livello europeo. Di conseguenza, basta un singolo paese, compresi i paradisi fiscali dell’UE, per bloccare le riforme che potrebbero modificare lo status. Per compiere rapidi progressi in materia di giustizia fiscale nell’UE, dobbiamo passare al voto a maggioranza qualificata su alcune questioni fiscali in seno al Consiglio.
Negli ultimi decenni la concentrazione della ricchezza è aumentata e la disuguaglianza è cresciuta. La ricchezza che si trova in alto non scende verso il basso. In media, il 10% delle famiglie più ricche nella maggior parte dei paesi sviluppati detiene la metà della ricchezza totale, mentre il 40% meno abbiente possiede poco più del 3%. Ma rispondere a questa disuguaglianza significa assicurarsi che il capitale e la ricchezza non possano essere spostati da uno Stato membro all’altro per beneficiare di agevolazioni fiscali. Abbiamo bisogno di misure forti per fermare gli abusi. La tassazione sul capitale (dividendi e imposte sulle plusvalenze) dovrebbe essere allineata alla tassazione sul reddito, a partire da un quadro minimo di imposte sulle plusvalenze a livello UE. La Commissione potrebbe emanare una guida per gli Stati membri dell’UE che intendono istituire imposte sul capitale/attività nette per evitare divergenze all’interno dell’UE. Nel 2023, un’iniziativa dei cittadini europei sulla tassazione patrimoniale lanciata da un membro S&D del Parlamento europeo e dai suoi alleati, è stata accettata dalla Commissione europea.
L’avvento della digitalizzazione ha portato a progressi significativi, in particolare concedendo alle persone la libertà di lavorare praticamente ovunque. Tuttavia, questa nuova flessibilità ha importanti implicazioni fiscali, in quanto l’imposta sul reddito delle persone fisiche dipende solitamente dal luogo di residenza. È fondamentale che il lavoro a distanza continui a essere una scelta e un vantaggio per i lavoratori, anziché uno strumento per le aziende per attuare strategie di elusione fiscale. Affrontare la questione della tassazione dei nomadi digitali e la proliferazione degli incentivi fiscali a loro destinati deve diventare una priorità a livello di Unione europea, garantendo equità e chiarezza in un panorama lavorativo sempre più senza confini.